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La domotica in Italia: opportunità e sfide per l’edilizia intelligente

panoramica di una casa domotica

La diffusione della domotica in Italia incontra ancora diversi ostacoli, principalmente dovuti a una limitata conoscenza da parte degli utenti e a carenze di competenze tecniche tra i professionisti del settore. Anche i costi elevati contribuiscono a rallentare l’adozione di questi sistemi avanzati. A rivelarlo è un’indagine della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti (TEHA), che ha analizzato lo stato della filiera delle smart building nel nostro paese.

Perché gli edifici intelligenti sono fondamentali per il risparmio energetico

I sistemi di domotica, rappresentano una grande opportunità per la riduzione dei consumi energetici, sia termici che elettrici. Secondo le stime di TEHA, l’implementazione di questi sistemi potrebbe portare a risparmi significativi, stimati in circa 47,1 miliardi di euro l’anno. Intervenire solo sul 20% degli edifici italiani consentirebbe di ridurre questi costi del 10%.

Oltre al beneficio economico, esistono anche obblighi normativi: la Direttiva europea “Case Green” impone l’installazione dei sistemi di domotica per gli edifici non residenziali ad alto consumo energetico (oltre 290 kW di potenza termica) entro il 2024, e per quelli residenziali nuovi o ristrutturati a partire dal 2026. Questa direttiva mira a migliorare l’efficienza energetica e a ottimizzare la gestione tecnica degli edifici in tutta Europa.

Le principali difficoltà per la domotica in Italia

L’analisi di TEHA evidenzia un divario significativo nelle competenze e nella consapevolezza: solo il 30% degli utenti finali ha una conoscenza moderata o elevata dei sistemi di domotica. Inoltre, ben il 67% delle aziende del settore segnala la mancanza di competenze necessarie per sviluppare e installare questi sistemi, mentre il 45% ritiene che i costi siano ancora troppo elevati.

Domotica e sostenibilità degli edifici

Gli impianti domotici offrono numerosi vantaggi: il 58% degli intervistati apprezza la possibilità di gestione e controllo da remoto, il 52% riconosce la scalabilità e l’adattabilità dei sistemi a nuove tecnologie, e il 43% evidenzia il miglioramento dell’efficienza energetica. Inoltre, il 34% degli intervistati afferma che i sistemi di domotica aumentano il valore degli immobili, mentre il 23% li ritiene essenziali per migliorare la sicurezza domestica, e il 14% li vede come un fattore di comfort.

Oltre alla singola abitazione, le funzionalità domotiche si estendono alle città, contribuendo a ottimizzare il riscaldamento urbano, la raccolta dei rifiuti e i servizi pubblici. I sistemi possono monitorare la domanda di energia elettrica degli edifici (demand response), rilevare fughe di gas o allagamenti e migliorare la gestione della ricarica per i veicoli elettrici.

I limiti e le criticità per una diffusione maggiore

Diversi fattori ostacolano la diffusione della domotica. Secondo il 46% degli intervistati, la mancanza di interoperabilità tra diversi sistemi è un problema rilevante, così come la complessità delle procedure di installazione e configurazione. La sicurezza e la privacy dei dati rappresentano una preoccupazione per il 33% degli utenti, mentre il 28% ritiene che i costi iniziali di installazione siano ancora troppo elevati. Inoltre, solo l’11% degli intervistati segnala che l’assistenza tecnica attuale è insufficiente.

Per migliorare il settore, secondo il 65% degli operatori, sono essenziali attività di formazione professionale. Il potenziale della filiera italiana degli smart building è infatti elevato, con la possibilità di creare fino a 200.000 posti di lavoro qualificati e specializzati.

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